Sorelle d’Italia: Concettina e Silvia

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INDICE DEI CONTENUTI

Definizione

Per quanto possa essere intuitivo, va chiarito l’utilizzo della coppia di nomi Concettina e Silvia nel blog.

È una semplificazione mutuata dalle community e dai gruppi maschili di vario tipo dove il nome Concettina o Cumcettina (indicativamente per il Sud Italia) e Silvia (indicativamente per il Nord Italia, dove in realtà la Ludovica meneghina è un prototipo nel prototipo) sono diventati il sinonimo di “italiana media”.

C’è spazio per la “Chiara”?

C’è anche chi indica il nome “Chiara” come rappresentante media del Centro Italia. Va detto tuttavia, senza addentrarsi troppo in quelle polemiche campanilistiche tutte italiane, che lo stesso concetto di “Centro Italia” è relativo, in quanto ci sono regioni a “trazione settentrionale” (tipo la Toscana, l’Umbria e in parte le Marche) e quelle a “trazione meridionale”, come il Lazio e l’Abruzzo.

Insomma, la generalizzazione Concettina/Silvia è un po’ il corrispondente del prototipo della “casalinga di Voghera”. Ma dimostra che, al di là delle apparenze e delle sfumature regionali, l’Italia femminile è più unita, da un punto di vista antropologico, di quanto si possa immaginare.

Una vita nella bolla

Con l’espressione Concettina/Silvia si parla, quindi, convenzionalmente di quella “italiana media” con tutta una serie di caratteristiche: tendenze da tindagrammina, pseudo-femminista a convenienza e portatrice di atteggiamenti acidelli, arroganti e/o tossici da principessa sul piedistallo in preda al paradosso dell’abbondanza.

C’è da aggiungere qualche altro elemento che delinea il prototipo di Concettina/Silvia. Lei in genere rimane tutta la sua vita in una comfort zone costituita dalla sua famiglia (non importa se disfunzionale o meno) e dalla bolla dei “corteggiatori” (con il deprimente codazzo di alleati beta e degli autoproclamati bomberoni al lavoro, che è un fenomeno spesso sottovalutato dagli stessi uomini).

Questo discorso vale anche se lei va all’università: passato il periodo iniziale (dove il moroso storico sarà quasi sempre sacrificato sull’altare del trasferimento), lei riuscirà a ricrearsi lo stesso tipo di ambiente anche in un’altra città.

Perennemente annoiata

Specie sui social, poi, Concettina/Silvia fa sapere a tutti di quanto lei sia stanca di relazioni tossiche, di “narcisisti” e spesso si chiede dove siano finiti “i veri uomini” o “gli uomini di una volta”. Passata una certa età, in genere 35-40 anni, il suo risentimento (spesso da vedova alfa) verso il mondo maschile diventa il suo cavallo di battaglia, soprattutto in presenza di un ex marito da spennare economicamente e distruggere emotivamente e socialmente. Lei infatti quasi sempre è guidata dal complesso di sopraffazione verso l’ex.

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Nella vita reale è spesso “stressata” da tutto (incluso il corso di pilates o l’appuntamento dall’estetista), non ha mai tempo per nient’altro eccetto il lavoro (manco poi avesse chissà che carriera), lo scorrimento del feed sui social e la programmazione dell’aperitivo con le amiche, del weekend o del solito inutile viaggio all’italiana dove ciò che conta è trovare momenti instagrammabili.

È superfluo aggiungere che Concettina e Silvia sono spesso donne con le quali non si riesce a fare un discorso più complesso che vada oltre le unghie, le mutande indossate da Chiara Ferragni, qualche programma trash (Uomini e donne, GF Vip etc…) oppure gli ultimi trend sui social, di cui sono avide consumatrici. La sua mancanza di argomenti di spessore non l’ha mai penalizzata nelle relazioni sociali e quindi non c’è stato mai alcun incentivo al miglioramento culturale e personale. La “sapiosessuale” in Italia è una barzelletta a cui solo i boccaloni possono credere.

In tutto questo, questa tipologia di donna oscilla continuamente fra un sentimento passivo di strisciante piagnisteo da noia esistenziale ed uno aggressivo di rivendicazione delle sue capacità di donna libera e indipendente, a cui mostra di credere più di una femminista scandinava.

Quest’ultima caratteristica, ancor di più nella variante meridionale, scompare magicamente in caso di uscite o frequentazioni con uomini. Ai quali non solo spetta l’onere e la performance di allietarle la vita e di offrirle emozioni e divertimento, ma soprattutto si devono accollare l’onere economico di tutto questo teatrino.

È una distorsione cognitiva molto “italiana”: femminista “chiagni e fotti” quando si rivendica una parità a convenienza; donzella del 1800 quando si tratta di godere privilegi di genere legati alla galanteria e al passare come “sesso debole”.

Fra pubblico e privato

Tra l’altro Concettina/Silvia è in genere molto sprezzante in privato verso quei cavalieri bianchi che, specie sui social, le fanno da scudo umano (sperando in una “ricompensa” a carattere orizzontale oppure in una legittimazione come “maschio femminista”). In pubblico, la Concettina/Silvia utilizza facilmente l’insinuazione di carattere sessuale, è il proprio cavallo di battaglia per denigrare qualsiasi avversario. D’altronde il sesso è il terreno scivoloso nel quale sguazza meglio, ha maggiore esperienza e quasi sempre riesce a vincere contro il proprio avversario, magari giocandosi la carta della “vittima del patriarcato”.

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Sui social, poi, dà il meglio di sé bullizzando i propri orbiter (usati come tamponi emotivi e sfruttati per vari benefit, incluse cene scroccate) e riversando sul mondo le proprie frustrazioni sotto forma di post passivo-aggressivi, di “bilanci” (truccati) e di foto su Instagram con le chiappe all’aria per emulare le proprie influencer di riferimento. Nelle famigerate bio su Tinder, inoltre, la Concettina/Silvia spesso si racconta oltre le proprie intenzioni, con una sincerità che in genere non le appartiene.

Le “vittime” di Concettina/Silvia

Insomma, ce ne sarebbe a sufficienza per stare lontano anni luce da codesti soggetti femminili. Eppure tanti italioti, specie quelli che vivono nell’asfittica provincia (e anche alcuni “patrioti” all’amatriciana), darebbero un braccio per le attenzioni della Concettina o Silvia di turno (e lei lo sa bene e si compiace del proprio potere sessuale in un paese di morti di figa con il mito del dongiovanni).

Nel caso in cui, poi, codesti italioti riescano a farci una storia, magari dopo aver passato anni da “corteggiatore” nella lunga panchina di lei (che nel frattempo sperimentava tutte le avventure e le storie possibili, magari facendo proprio randagismo sessuale), si sentono persino dei “predestinati”. Questo basterebbe, da solo, a far capire il livello di disperazione dell’italiano medio in preda alla mentalità del granchio.

Addirittura costoro pretendono pure di dare consigli al resto del mondo maschile oppure ci tengono a farlo sapere sui social, sia nei loro patetici commenti che sulle loro bacheche ostentando una favolosa vita di coppia social. Sembrano proprio essere vittime di una sorta di sindrome di Stoccolma (a grattare bene, lo sono: si chiama mito della grande Madre e rientra nel processo di ammaestramento dell’uomo spiegato anche da Esther Vilar). E quando lei gli darà il benservito, passeranno anni a chiedersi dove e cosa hanno sbagliato.

Non arriveranno mai a capire che l’errore è proprio nella decisione di intraprendere una storia con codesta tipologia di donna, magari con l’imperdonabile aggravante di aver pure perso tempo ed energie in un “corteggiamento” umiliante. La mentalità della scarsità non è un alibi per rovinarsi la vita.

6 pensieri riguardo “Sorelle d’Italia: Concettina e Silvia

  1. Come sempre impeccabile, e mi fa molto piacere che non vi sia sfuggito un particolare allarmante, ossia che da sempre, convenzionalmente, l’androsfera pone intorno ai 30 anni della signorina ipergamica l’età del famigerato ‘Muro’. A me sembra che ogni tot. periodo di tempo (indicativamente 5 anni) possa dirsi aumentato di un anno, quindi ormai siamo proprio intorno ai 35/40, come su descritto.

    Per il resto il quadro è chiaro, la donna vive stimoli dopaminici esponenziali dati dalla tecnologia sempre più sfrenata, e gli uomini che non appartegono al top 5% in termini di Denaro, Status e Bellezza fisica soffrono sempre di più la ‘fame’.

    Quasi a tornare in uno stato naturale dove sopravvive e si riproduce il più forte e selvaggio, con eccezioni spaiate. Sarà giusto? Sarà sbagliato? La maggior parte degli esseri umani è un beta, ed è per questo che abbiamo questo equilibrio, per lo meno in Occidente, di perbenismo, omertà, nonvedo-non sento, “ma so’ ragazzi” e altre tarantelle di italiano-media memoria.

    Le nuove culture saraceno/centroafricane entranti che la pensano molto diversamente, una volta sovvertito l’ordine convenzionale, che cosa ne penseranno?

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    1. “Il sesso femminile, di statura bassa, di spalle strette, di fianchi larghi e di gambe corte, può essere stato chiamato il bel sesso soltanto dall’intelletto maschile obnubilato dall’istinto sessuale: in altre parole, tutta la bellezza femminile risiede in quell’istinto.”
      Arthur Schopenhauer

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  2. Sono quasi tutte così, quando sono da sole se non hanno gli occhi sul cellulare mantengono comunque quello sguardo fisso e rigido misto tra l’annoiato e lo snob. Non mi verrebbe mai voglia di approcciare individui del genere…

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  3. Be’, va pure considerato che: o sono così o se, all’opposto (raro), sono donne mature, consapevoli e persino attraenti… a 40 la famiglia (o un marito+3 cani se i figli non sono capitati) se la sono già creata e la tengono stretta. Più tardi magari, coi figli grandi e il matrimonio sbiancato, si concedono un paio di amanti – sempre ben selezionati perchè il toy man ha troppi limiti, per quelle – e via.

    Chiudo il pensiero con un dato: ufficialmente gli italiani sono meno di 50 milioni (dai 64 che erano anni fa). Dei 58 residenti nel paese, oltre 9 sono stranieri – e se si contano gli immigrati di seconda generezione, una valanga di più. Ha fatto più Tinder di miliardi di pillole, contraccettivi, spirali… ed eroina.

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  4. Concettina/Silvia ha 30/40 anni (anche se quello che scriverò in buona parte vale anche per le babbione 50/70enni) vive a casa di papino e mammina con la scusa della terza laurea in fuffologia in arrivo, dove questi ultimi ancora la trattano come una “principessina” di 12 anni mantenendola e facendogli da servi 27/7 perchè la piccola non sia mai impari a cucinare o si scheggiasse le sue preziosissime unghie multicolor.Vive sui social dove esibisce un finto benessere a spese sempre di papino o del Beta di turno che gli pagano solitamente le vacanze ed i piatti che fotografa e pubblica sui Zozial (Zoccogram in testa).Tiene di solito un fidanzatino/zerbino che mostra poco in rete per non rovinarsi la piazza e in attesa di trovare il pollo giusto che le garantisca, anche da divorziata, un bel tetto sopra la testa ed un mantenimento congruo per non andare a lavorare.Squattrinata e disoccupata, il più delle volte, da la colpa al patriaKato immaginario e a fantasiose discriminazioni di genere. Per questo, anche per dare un senso alla propria parassitaria vita e trovare un alibi alla sua inezia, ha intrapreso la via del finto femminismo o delle solite lagne del chiagni e fotti via web.A parole amante dei pelosi, anche perchè non vuole figli in quanto le rovinerebbero le tette e le farebbero venire le smagliature, ne possiede almeno uno o più e di razza per non passare per povera quale è in realtà e puntualmente quando ha da fare o deve andare in vacanza li lascia in custodia ai genitori/schiavi.Si annoia facilmente, egocentrica e narcisista è convinta che il mondo non possa esistere senza la sua preziosa presenza, eternamente insoddisfatta si lamenta di trovare solo caZi HuMMani, che in realtà sono persino superiori alle sue fattezze e valore intrinseco, ma lei, miglior prodotto del creato e principessina del regno di STOCA, dichiara sempre di essere esigente e di meritare di meglio e senza entusiasmo e con monosillabi quotidianamente risponde ai mille MDF alla canna del gas che le scrivono speranzosi in suo riscontro.Dopo qualche decennio di scop.te con Chad e feccia varia a volte si rassegna ad accasarsi con il normaloide raccontandogli che la sua perseveranza nel corteggiarla è stata premiata, mentre il giorno prima è stata dal suo amico avvocato per chiedergli cosa potrebbe arraffare dopo il divorzio (ancora prima di sposarsi).Dopo sposata dal babbeo di turno, mentre il cornuto è al lavoro, lo cornificherà con il suo ex, con il suo capo se lavora e/o con Chad/Tommy con cui aveva in precedenza sbombazzato in auto o in disco.La suddetta femmina meriterebbe a questo punto di schiattare da sola fino alla fine dei suoi giorni, ma ahimè in un paese come questo dove i rattusi e sprovveduti rappresentano ancora la maggioranza della popolazione maschile, troverà sempre un fesso pronto a rimediare ai suoi casini e debiti e vivrà di rendita per il solo fatto di respirare, mentre l’uomo medio dovrà persino pagare per avere uno straccio di compagnia o fare sesso.

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  5. Vivo in Nordamerica ed evito le italiane. Quando non seguo questa regola, 9 volte su 10 riproducono lo stesso atteggiamento da principessa sul pisello, che crede di poter trattare un uomo come vuole. La mia reazione è molto semplice ed efficace: le blocco senza nemmeno replicare. 4 giorni fa chatto con una ragazza di 31 anni, che subito accetta di uscire Sabato. Sparisce 2 giorni, io non la contatto anche perché non mi aveva colpito particolarmente, ma restava l’appuntamento. Avevo capito che stesse temporeggiando. Alla fine, come da copione, se ne esce con un messaggio: “Ciao, come stai? Spero bene. Devo uscire con i miei amici di corso, hanno insistito. Devo rimandare il nostro appuntamento”. Mi ha parlato male dei suoi compagni di classe, dicendo che fanno gruppo da soli e che non ha niente da dirsi con loro. Poi in generale si lamentava di tutto. I suoi amici sono in realtà un sostituto. Ma resta questo atteggiamento ridicolo, con il quale credono di infinocchiare.

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